Scrivo e le parole sgorgano spontanee come gocce di rugiada…oggi la mia penna è più pesante del solito, sembra un macigno e quelle parole delle lame affilate che dalla mia mente arrivano dritte al cuore…
Mi fa male sentirle perchè mi parlano di te…mi parlano della tua assenza…
Solo adesso incomincio davvero a realizzare che sul mio letto non ti accuccerai più quando sarò malata, che non verrai più a salutarmi appena entro in casa saltando e miagolando felice, che non ti potrò più fare arrabbiare seguendoti mentre cammini e poi farti giocare con la tua amata cordina per farmi perdonare…
Mi sono dimenticata di lasciarla vicino a te quella cordina, l’amavi così tanto che avrei voluto la tenessi tu per sempre…ricordo ancora quando te la regalai..l’avevo fatta tagliando della stoffa colorata…era una cosa semplicissima eppure l’amavi più di qualsiasi altro giocattolo…
Ora è nella tua cuccia a ricordare tutti i momenti che la stringevi forte…a ricordarmi quei 13 anni di vita vissuti insieme…
Non volevo lasciarti andare via…volevo cercare di alleviare il tuo dolore…ho ballato per te, ho suonato per te e ho cantato per te…come facevo sempre quando avevi la forza di saltellare, di starmi ad ascoltare e di fare espressioni scettiche quando stonavo…
Rifarei tutto quello che ho fatto quella sera, rendendomi ridicola solo per strapparti un sorriso…
Avrei voluto tu non sentissi mai il peso della sofferenza…ho pregato Dio di farla sentire a me piuttosto…che ti facesse vedere la luce dell’alba…
Quell’alba però non l’hai mai vista…te ne sei andata all’ombra della luce della luna…quella luna che avevo fotografato giusto un mese prima…proprio dopo averti fotografata domire…forse per caso ma io credo di no…
Una frase che ho letto ieri diceva: “La distanza è un fatto geometrico. L’assenza no.”…ed è vero… ma un’altra frase diceva: “La memoria ci ricorda degli assenti.”…e per me tu non te ne sei mai andata…
Ora sul davanzale della finestra non ci sei più tu sdraiata a dormire ma ci sono dei bellissimi ciclamini…gli stessi che sono sul terreno dove sei stata sepolta…quei fiori che annaffio ogni mattina pensandoti…
Mamma non sapeva neanche che quei fiori li aveva piantati papà per te…ha comprato quel vaso perchè il ciclamino è uno dei miei colori preferiti…
Io so che neanche questo è un caso perchè io ai casi non ho mai creduto…
Quella pianta è il segno che tu ci sei ancora e vuoi che lo sappia anch’io…che infondo anche l’assenza può essere un fatto geometrico anche se non so bene quantificarla con precisione…
Questo perchè non c’è limite all’amore…perchè è un sentimento talmente forte che può fare tutto…superare ogni confine anche la morte…per chi ci crede è così…e io non ho mai smesso di crederci…
E’ per questo che tu ci sarai
quando sarò malata…
quando stonerò cantando…
quando suonerò l’inno alla gioia con il piano…
quando farò le pulizie della stanza ballando…
quando ti sentirò distante…
Ogni volta che alla sera sarò sdraiata sul letto lascerò sempre quel cantuccio per te e stenderò lì la mia mano
lì dove tu sarai accucciata come lo sei sempre stata…
lì per starmi accanto tutte le notti e le albe della mia vita…